SCHEDA ESCURSIONE
Località: Staffal / lago Gabiet (Gressoney)
Partenza: Gressoney, fraz. Staffal (alt. m. 1.850)
Arrivo: rif. Gabiet (alt. m. 2.375, coord. GPS 45°51'15.9"N 7°50'58.5"E)
Data escursione: 15/16 Settembre 2018
Sito web rifugio: http://www.rifugiogabiet.it/
Traccia GPS: vai a traccioteca
Bibliografia: D. Zangirolami, C. Soldera – Ai rifugi con le ciaspole
– ed. Priuli & Verlucca
Organizziamo la nostra gita al rifugio Gabiet in un weekend di fine estate. Siamo nell’alta valle di Gressoney, la partenza del sentiero è a Staffal, dove lasciamo la macchina. Il paese è praticamente in disarmo, è finita la breve stagione estiva, i pochi alberghi dell’appartata frazione di Gressoney, come pure la telecabina che sale al Gabiet, sono già chiusi. Si può salire solo a piedi, mentre in Agosto e nella stagione sciistica la zona è servita dagli impianti di risalita. Molto meglio ora, che la montagna torna ad essere silenziosa e incontaminata.
Saliamo per il vallone di Mos, un torrente affluente del Lys, lungo il percorso dell'ovovia da Staffal, il sentiero è abbastanza faticoso, soprattutto nell’ultimo tratto. Arriviamo al rifugio in circa 2 ore e 10 minuti.
Qui troviamo solo il proprietario, Sandro Juglair, che praticamente ha tenuto aperta la struttura solo per noi. La costruzione è caratteristica, con i due corpi affiancati, uno imbiancato e con dei caratteristici affreschi, l’altro in pietra a vista, entrambi con belle imposte bianche e rosse.
L'interno è molto accogliente e organizzato in maniera efficiente. Le camere sono confortevoli, bagni e docce pulitissimi e c’è pura una sauna.
Facciamo merenda con un’ottima tarte tatin, mentre a cena Sandro ci serve delle squisite crespelle alla valdostana, un minestrone, lo spezzatino con patate, la panna cotta e, per finire, un bel grappino. Sandro la sera si intrattiene con noi per ore a chiacchierare, ci racconta della sua vita di rifugista (è al Gabiet da 30 anni) e sull’Italia… alla deriva. Purtroppo ci troviamo d’accordo, ma discuterne insieme, nella quiete del rifugio abitato solo da noi, è un vero piacere. Ci racconta anche che sta lavorando alla ristrutturazione del piano superiore del rifugio, per renderlo ancor più accogliente.
La sera, davanti al rifugio, pascola una mandria di mucche (sono di un pastore di Alessandria, che tutte le estati porta i suoi animali a pascolare qui in montagna). La mandria passerà tutta la notte all’addiaccio, davanti al rifugio, anche sotto la pioggia. Cosicché, nel buio della notte, ogni tanto si sente risuonare lieve il campanaccio di una mucca che si sposta piano nel pascolo, forse per un ultimo boccone di erba umida.
Alla mattina il tempo è brutto, non possiamo però rinunciare alla breve salita al soprastante lago Gabiet, bacino artificiale formato da una diga costruita nel 1919/1922. Paesaggio suggestivo, anche se ci sorprende subito la pioggia...
Video: il lago e la diga del Gabiet
Così ci affrettiamo a ritornare, ripassiamo davanti al rifugio e arriviamo a Staffal in 1 ora e 35 minuti circa, tutti sotto la pioggia, con terreno alquanto scivoloso.
Video: il lago e il rifugio Gabiet
Per chi non voglia far fatica (la salita al Gabiet da Staffal è discretamente lunga e non proprio in piano), si può arrivare comodamente al rifugio con l’ovovia, ad Agosto e, in inverno, con gli sci (il rifugio si raggiunge agevolmente dalle piste di sci).
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