Località: Valle di Saint Barthelemy
Partenza: Porliod (Centro Fondo (alt. m. 1.890)
Arrivo: rifugio Cunéy (alt. m. 2.652, coord. GPS 45°50'29.8"N 7°29'03.3"E)
Data escursione: 23/24 Settembre 2017
Sito web rifugio: www.rifugiocuney.it
Traccia GPS: vai a traccioteca
Bibliografia: D. Zangirolami, C. Soldera–Ai rifugi con le ciaspole – ed. Priuli & Verlucca
Bell'Italia n. 364-Agosto 2016, articolo "Sentieri d'Italia" di Albano Marcarini
Bellissima gita di primo autunno, con pernottamento al rifugio Cuney, nella valle di Saint Barthelemy.
Partiti dal Centro Fondo di Porliod, sopra Lignan, arriviamo al rifugio e santuario in circa 2 ore e 30 minuti, dopo un percorso lungo e con un buon dislivello (m. 762), ma vario e “avvincente”. Seguiamo per il primo tratto il sentiero 11 B, poi l’11. Ci addentriamo dapprima in un bosco di larici, poi sbuchiamo in un’ampia prateria in quota, ormai brulla in questo primo weekend di autunno, è l'alpe Fontaney.
Presso una grande malga ancora aperta pascolano mucche e pecore.
Dopo le praterie assolate e in discreta salita, il sentiero diventa più ripido e roccioso, comunque sempre agevole e ben segnato, in un ambiente più alpino e selvaggio. Costeggiamo un bel laghetto...
e finalmente arriviamo, dopo circa 1 ora e 40 minuti, alla croce del Col Salvé, dopo averla scorta in lontananza, a guardia del colle.
Dalla croce si intravede già l’oratorio e il vicino rifugio, di là da un valloncello, ma proseguendo nel cammino entrambi scompaiono presto alla vista.
Attraversiamo in costa pendii scoscesi popolati da marmotte, di cui odiamo l’inconfondibile fischio. In questo tratto bisogna tenere i cani al guinzaglio (il nostro Balù scompare in mezzo ai pendii scoscesi e alle rocce, inseguendo i fischi delle marmotte, e fatichiamo a recuperarlo: è più a rischio lui e il suo naso che non le marmotte, pronte a difendersi nelle loro tane…).
In questo punto si congiunge l’Alta Via n. 1, proveniente dal rifugio Barmasse (6 ore e 30 minuti). E’ possibile seguire da qui, in alternativa, il sentiero del Passet, attrezzato con catene. Noi proseguiamo in costa, sul sentiero normale, poi attraversiamo un breve tratto in mezzo a roccette, superate le quali, come d’incanto, ricompare l’oratorio con il vicino rifugio, in mezzo ad una conca erbosa dominata da cime frastagliate e un po' arcigne. Abbiamo raggiunto la nostra “meta a monte” in circa 50 minuti dal Col Salvé.
L’oratorio di Cunéy, dedicato alla Madonna delle Nevi, è il santuario mariano più alto della Valle d’Aosta (m. 2.652). In una conca prativa ai piedi della Becca del Merlo,
Il primo santuario fu consacrato il 26 Luglio 1659, nei pressi di una sorgente dove già nell'antichità venivano praticati culti per favorire l’abbondanza di acque per l’agricoltura. La leggenda narra che alcuni pastori trovarono sul luogo una statua della Madonna e la vollero portare a Lignan. Miracolosamente ritornò sul posto. Fu allora che si decise la costruzione del santuario. L'attuale edificio risale al 1869.
L’interno del santuario è ricco di interessanti ex voto, ne notiamo uno in particolare, raffigurante un rastrellamento dei tedeschi.
Ceniamo al rifugio, con ottime pennette alla zucca, minestrone, e prelibate costine di maiale. Nel rifugio, tra gli ospiti, una famiglia con 3 bei bambini. Alla sera facciamo volare il drone e scattiamo alcune foto notturne e al tramonto (time lapse).
Pernottiamo da soli nel locale invernale, per via del cane.
La mattina ci sorprende con una breve nevicata con bei fiocchi, che però non lascia tracce. Il sole torna subito a splendere, con belle nuvole. Scendiamo a Porliod in circa 2 ore, al netto della pausa al colle, dove avvistiamo in lontananza degli stambecchi, che tentiamo di raggiungere con il drone ma… finisce la batteria.
Lungo il percorso, nel tratto delle marmotte, ne troviamo una morta lungo il sentiero (ma ora teniamo Balù ben stretto al guinzaglio…).
A Porliod scopriamo di non aver portato la bomboletta del gas per scaldare il nostro minestrone, quindi ci rifocilliamo all’Osteria del Passet presso il Centro Fondo (stessa gestione del rifugio).
Di ritorno con l’auto, passiamo per il pittoresco villaggio di Lignan, ritratto nel bell’acquerello di Albano Marcarini che abbiamo appeso in ingresso.
Nel paesino c’è un grande ostello e, dal 2003, l’Osservatorio Astronomico della Regione Valle d’Aosta, dotato di moderne attrezzature e laboratori (da visitare in un’altra occasione…). La località merita senz'altro una nuova visita in versione invernale, con le ciaspole o per provare lo sci da fondo…
VIDEO:
Al Col Salvé, verso Saint Barthelemy
Al Col Salvé, verso Cunéy
Attorno al rifugio
Verso l'alpe Fontaney
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