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Immagine del redattoreFabrizio Morosini

Rifugio Barma (da Oropa)

Aggiornamento: 30 mar

Località: Barma - Fontainemore (valle di Gressoney)

Partenza: stazione a monte funivia di Oropa (alt. m. 1.900)

Arrivo: rifugio Barma (alt. m. 2.060, coord. GPS 45°38'39.37"N 7°55'47.03"E)

Data escursione: 23/24 Ottobre 2021

Sito web rifugio: https://www.rifugiobarma.it/

Traccia GPS: vai a traccioteca

Bibliografia: Meridiani Montagne n. 97 Marzo 2019: "I nuovi rifugi delle Alpi" – Editoriale Domus

Il rifugio Barma e il monte Mars

Finalmente riusciamo ad organizzare la salita al rifugio Barma, già programmata nel 2019, prima del COVID... È possibile raggiungerlo dalla valle di Gressoney (per il parco naturale del Monte Mars), percorso più lungo ma, dicono, più suggestivo, oppure da Oropa, salendo alquanto di quota con la funivia.

La funivia da Oropa

Scegliamo questa seconda opzione, salendo con la piccola cabina rossa che scavalca arditamente le rocce dei rilievi che circondano il santuario (Mucrone e Camino).


Dalla stazione di arrivo prendiamo il sentiero d21 per il colle della Barma, dove arriviamo in circa 1 h e 50 min., incontrando lungo il percorso, ormai semi-ghiacciato, il bel laghetto del Camino, in un circo glaciale.




Il lago del Camino
Dal colle della Barma

Dal colle, dominato dal monte Camino, si scorge già il rifugio Barma, in mezzo alle pietraie, tra due laghetti, al cospetto del monte Mars.

Abbiamo appena varcato il confine tra il Piemonte e la Valle d'Aosta, marcato anche dal netto cambiamento delle condizioni meteo: il lato di Oropa con nubi basse e paesaggio cupo, lato valdostano (valle di Gressoney) più aperto e finalmente con sprazzi di cielo sereno.

Scendiamo per i caratteristici lastroni di pietra che circondano il colle, poi proseguiamo nella pietraia e arriviamo al rifugio pochi minuti prima del calar del sole dietro al monte Mars (in 50 minuti dal colle).


Tramonto dietro al monte Mars e rifugio degli Amici

La struttura ha aperto nell'estate del 2018, di nuova concezione, fuori sembra un fortino, tutto in pietra e ben mimetizzato con le pietraie che caratterizzano il paesaggio tutto intorno, reso meno aspro dalla presenza dei due laghetti della Barma. Nelle vicinanze, su un'altura, la Baita degli Amici (privato).



Il Barma all'interno è molto confortevole e ben attrezzato, tra il moderno e il rustico, belle sale che si sviluppano su più livelli, seguendo l'andamento del rilievo su cui poggia la costruzione, ottima cucina (pasta fatta in casa, spezzatino al ragù di cervo, tiramisù, dolci raffinati), camerata spaziosa e ben riscaldata.

Il rifugio, a 2.060 metri s.l.m., si trova sull’Alta Via n. 1 ed è posto tappa del Tor de Géants. E’ di proprietà del comune di Fontainemore, ma è gestito da una famiglia di Gaby (valle di Gressoney), gentili ed efficienti.

Nella notte, di luna piena, dalle finestre scorgo le montagne incredibilmente lucenti al chiaro di luna.

La nostra camerata
Un comodo dondolo/amaca...

La mattina, dopo l'ottima colazione (crostata e pane fatti in casa) ci rimettiamo in cammino per risalire al colle della Barma e da lì ridiscendere ad Oropa.

Il sentiero si addentra nelle pietraie ma è ben sistemato, con i massi disposti a gradoni. Raggiungiamo il colle dopo circa 1 h dal rifugio, le condizioni meteo si ripetono come il giorno prima: sino al colle nuvoloso ma con sprazzi di sereno, varcato il confine con il Piemonte clima più rigido e nubi basse, che impediscono la vista verso Oropa. Colpisce il paesaggio arcigno e desolato di questo lato, anche un po' degradato per i resti metallici di strutture delle vecchie piste di sci.

Siamo alla funivia dopo 2 h e 40 minuti di cammino dal rifugio Barma. Le costruzioni fatiscenti attorno alla stazione a monte della funivia, da dove parte anche la "cestovia" (ora chiusa), fanno pensare ad una stazione sciistica un po' in decadenza. Ripresa la funivia sino ad Oropa, ammiriamo durante la discesa il foliage autunnale tutt'intorno al santuario, con la sua incredibile tavolozza di colori.

Pranziamo al ristorante "La Fornace", ottime specialità piemontesi in un'enorme sala stracolma di tavolate di vocianti famiglie, riunite per la classica gita domenicale fuori porta.

Una strana atmosfera aleggia sempre sul santuario di Oropa: sacro e profano si sovrappongono, come pure la natura e l'opera dell'uomo, entrambe grandiose, in un ambiente come sospeso nel tempo, sempre uguale ad ogni visita e al tempo stesso decadente, perennemente assediato dalle nuvole e dalle nebbie che salgono dalla pianura.

Il Santuario di Oropa

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