SCHEDA ESCURSIONE
Località: Valdigne / Colle San Carlo (Morgex/La Thuile)
Partenza: Ostello Valdigne (alt. m. 1.700, coord. GPS 45°44'46.0"N 7°00'32.1"E), albergo Genzianella (alt. m. 1.950)
Arrivo: Belvedere, Tête d’Arpy (alt. m. 2.017)
Data escursione: 8 Dicembre 2017; 2/3 Gennaio 2019
Sito web ostello: www.ostellodiarpy.it
Traccia GPS: vai a Traccioteca
Bibliografia: Massimo Martini - Tracce lievi - ed. Martini Multimedia Editore
Descrizione del percorso
Dopo una bella sciata a Courmayeur di inizio stagione e un giro in paese, tra boutique e gente snob dalle città, raggiungiamo in auto l'Ostello Valdigne (o di Arpy) in circa 20 minuti, percorrendo i tornanti che da Morgex salgono al Colle San Carlo. Torniamo all’ostello dopo circa 10 anni, e per la terza volta (vi faremo ritorno anche nel Gennaio 2019). La struttura è anche sede del Foyer du Fond Valdigne, da dove parte un bell'anello per lo sci da fondo.
La Valdigne era un centro minerario sino alla metà del secolo scorso, e dove oggi si pratica lo sci da fondo e si passeggia con le ciaspole, un tempo si svolgeva la dura vita dei minatori.
All’ostello ci accoglie la gentile "gestora" e cuoca, una simpatica signora paraguayana della onlus che ha in gestione la struttura, sposata con il gestore, un genovese. Ci racconta dei 13 africani richiedenti asilo che il comune di Morgex gli ha affidato (ricevono dallo Stato 32,50 EUR al giorno per ciascun immigrato, di cui 2,50 EUR vanno all’interessato, il resto lo utilizza la onlus per assicurargli vitto, alloggio, vestiario, trasporti, etc.). Vivono lì, in mezzo ai boschi e alla neve tra La Thuile e Morgex, mantenuti dall’erario italiano... Occupano un’ala della struttura, adibita a dormitorio, ora inutilizzata per i turisti (vi dormiremo noi, nel 2019). Alcuni di loro, quelli "di buona volontà", fanno qualche lavoretto per l'ostello, piccole manutenzioni, ma la maggior parte non fa proprio nulla, tutto il giorno. Non possono nemmeno adibirli alla preparazione della pista di fondo, con opportuno addestramento, non sarebbe un lavoro regolare. Semplicemente, stazionano lì, per mesi….
Ceniamo così ai tavoli del bar, l’ampia mensa nel seminterrato è chiusa (essendo noi i soli utenti “paganti”). La simpatica gestora ci fa compagnia, portandoci i suoi prelibati manicaretti. La struttura è molto capiente e le camere, tutte con bagno quelle nella palazzina centrale, sono molto spaziose e pulite. Gli ampi e numerosi spazi comuni (mensa, sala TV, sala giochi, bar/spaccio) fanno dell’ostello un’ottima sistemazione per gruppi anche numerosi. Il giornalista Giorgio Bocca ne era un frequentatore abituale (come si legge nei suoi articoli, incorniciati come cimeli e appesi vicino al bar).
Al risveglio, la mattina dopo, ci accoglie una bellissima nevicata. Sull'uscio della palazzina degli immigrati, mentre noi calziamo le ciaspole e ci incamminiamo per la nostra escursione, un ragazzo nero, appoggiato allo stipite, osserva silenzioso noi e la neve che cade...
Bellissima e facile ciaspolata in mezzo al bosco, lungo il percorso di fondo, ancora non battuto, nevica ancora (circa 6 cm.), poi smette. Raggiungiamo l'imbocco della vecchia miniera di carbone (in funzione dagli anni '20, dismessa nel 1966), all'ingresso del tunnel, protetto da un'inferriata, hanno sistemato (il gestore dell'ostello) un vecchio vagoncino dei minatori.
Di là dal ponte raggiungiamo il rudere della vecchia rimessa delle locomotive, nei pressi i resti dell'infermeria.
Poi ci spostiamo in auto al colle San Carlo (Col d'Arpy) e, dietro l'albergo Genzianella, prendiamo la bella strada forestale, passiamo a fianco della vecchia casermetta abbandonata, proprio adiacente all’albergo, e ci inoltriamo nel bosco con le ciaspole, con percorso pressoché pianeggiante. In breve raggiungiamo il "Belvedere" e andiamo subito alla ricerca di due geo-cache. C'è la tormenta, ci rifocilliamo rannicchiati al riparo di un portico di una graziosa villa “belle-époque” semi-abbandonata tra gli alberi.
E’ la pensione Bellevue, che in seguito scopriamo pubblicizzata in un bel manifesto d’epoca degli anni 40 del secolo scorso.
Oggi l’edificio, un po’ in abbandono, è utilizzato solo saltuariamente dall'albergo Genzianella.
E’ un peccato, perché è situato in una posizione veramente incantevole, immerso nel bosco e, come si intuisce dal nome, proprio sul “Belvedere”, punto panoramico eccezionale sul Monte Bianco.
Vi faremo ritorno nel 2019, con tutta la famiglia, e non mancheremo di fotografarci con lo sfondo scintillante della montagna più alta d’Europa. Proseguiamo per la prima geo-cache, che troviamo davanti all'imbocco del "bunker", un impressionante imbuto scavato nella roccia, via d'accesso ai camminamenti parte di un sistema di difesa, il Vallo Alpino, costruito nel primo dopoguerra (anni venti/trenta del secolo scorso).
Per la seconda cache (virtual cache) raggiungiamo con breve ciaspolata la Testa di Arpy (Tête d’Arpy), dove è collocata una croce ai caduti delle due guerre (punto panoramico, luogo suggestivo).
Ripercorriamo quindi la strada dell’andata e torniamo all'albergo Genzianella, dove ci concediamo una gustosa merenda. Dal colle San Carlo un’altra escursione da non perdere è quella per il lago di Arpy, sarà per la prossima volta....
Mappa percorso
Google Maps
Digressione “storica”: nel marzo del 1985 ero qui da alpino, per il mio servizio militare, durante il corso alla SMALP (Scuola Militare ALPina), per l'esercitazione di fine corso alla piana di Petosan, poco distante dall'ostello, sopra La Thuile, dove eravamo alloggiati alla casermetta “Monte Bianco”, in funzione tutt’oggi per i corsi militari di sci alpinismo del Centro Addestramento Alpino dell’Esercito Italiano.
La zona di La Thuile vide infatti, sin dal ‘700 se non prima, milizie in azione, da quando i duchi di Savoia fecero costruire trinceramenti e bastioni per difendere dal regno di Francia i confini del ducato, in progressiva espansione. Nell'area del Colle San Carlo (per i francesi d'Arpy) ci sono infatti numerose vestigia di opere militari, bastioni, casermette, trincee, camminamenti scavati nella roccia. Le ultime fortificazioni risalgono invece al secolo scorso, periodo tra le due guerre, quando furono predisposte le opere del “Vallo Alpino”, poi rimaste incompiute con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Il "bunker" da noi visitato, nei pressi del Belvedere, con due accessi impressionanti scavati nella roccia, come pure la casermetta abbandonata vicino all'albergo, facevano parte di quel sistema difensivo.
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